Torna Pynchon, scrittore "invisibile" ...

Dave Monroe against.the.dave at gmail.com
Mon Jun 29 11:41:46 CDT 2009


Torna Pynchon, scrittore "invisibile"
Cento personaggi in cerca di vendetta


ROMA (28 giugno) - Sarà un giallo e uscirà in America all’inizio di
agosto Inherent Vice, il prossimo romanzo di Thomas Pynchon, narratore
di culto della letteratura postmoderna che ama vivere nell’ombra e
rifiuta ogni contatto con i media. Intanto in Italia Rizzoli ha appena
pubblicato Contro il giorno (1127 pagine, 32 euro), la sua opera
precedente apparsa negli Usa nel 2006 dopo un decennio di silenzio,
che si apre nel 1893 e segue le storie dei protagonisti sino alla
prima guerra mondiale. Come sempre in Pynchon non c’è un unico filo
conduttore in un libro che presenta continui cambiamenti di scena e si
impernia sulle avventure di un centinaio di personaggi. Un’abbondanza
che non è piaciuta a molti critici statunitensi e ha fatto fioccare le
stroncature.

Il punto di partenza di Contro il giorno è comunque costituito dal
desiderio di vendetta che accomuna i figli del bombarolo anarchico
Webb Traverse, ucciso dai killer inviati da un bieco capitano
d’industria, il plutocrate Scarsdale Vibe. Ecco come lo stesso Pynchon
ha riassunto il romanzo in una nota uscita sul sito della Penguin:
«Utilizzando un cast composto da piloti di mongolfiere, giocatori
d’azzardo, amanti delle droghe, innocenti e decadenti, matematici,
scienziati pazzi, sensitivi, maghi da avanspettacolo e comparsate di
Nikola Tesla, Bela Lugosi e Groucho Marx ho racchiuso un periodo che
inizia con la inaugurazione dell’Esposizione universale di Chicago del
1893 e termina all’inizio del XX secolo. I miei uomini e le mie donne
viaggiano, sono testimoni delle lotte dei lavoratori in Colorado e
della rivoluzione messicana, si muovono tra New York, Londra, Venezia,
la Siberia, Vienna, i Balcani e l’Asia centrale».

Fedele al suo stile, lo scrittore mescola cultura alta e cultura di
massa, si lascia andare a raffinate digressioni filosofiche o
scientifiche, intreccia senza sosta avvenimenti reali e fatti
immaginari. E’ una ricetta che Pynchon applica sin dall’epoca
dell’esordio e che gli ha permesso di diventare una leggenda del
postmoderno, adorato da milioni di persone in tutto il mondo. Anche se
forse questa volta con Contro il giorno ha un po’ esagerato e non
sembra aver tutti i torti chi gli ha fatto notare che il lettore, alle
prese con una mole di materiale tanto imponente, rischia di perdere
ogni punto di riferimento.

Pynchon, in ogni caso, non ha mai reagito alle critiche, difendendo la
sua privacy con una determinazione pari solo a quella di Salinger:
eccezion fatta per un’istantanea che lo ritrae di spalle mentre
passeggia in una strada di New York, la sua unica fotografia risale al
1953 e persino il suo editore sostiene di non averlo mai incontrato.

Scarsissimi sono anche i dati biografici disponibili su di lui. Si sa
solo che è nato nel 1937, che ha studiato ingegneria e poi
lette­ratura e che per un breve periodo ha lavorato presso
un’industria ae­ronautica per poi debuttare nel 1959 con un racconto
ap­parso nel 1959 sulla Kenyon Review. Neppure quando nel 1974 gli
venne conferito il prestigioso National Book Award per L’arcobaleno
della gravità decise di rompere il silenzio. Preferì invece bef­fare
la giuria inviando al suo posto alla cerimonia di premiazione un
comico, che pronunciò un lungo discorso mettendo alla berlina
l’am­polloso lin­guaggio accade­mico. Nel 2004 diede invece il suo
assenso per apparire in un episodio della serie di Simpson ma chiese
di venire raffigurato con il volto coperto da un sacchetto di carta di
un supermercato.

L’amore di Pynchon per quello che lui stesso ha chiamato “realismo
magico e isterico” nasce negli anni Sessanta, quando diviene, ancora
giovanissimo, il capofila degli autori sperimen­tali che stavano
rivo­luzionato le regole della letteratura di lingua inglese grazie a
V, la folgorante opera d’esordio apparsa nel 1963. Ancorata
all’enigmatico simbo­lo che dà il titolo al libro - la lettera è
l'iniziale del nome di alcune donne, ma an­che una moltitudine di
altre cose - la vicenda si svolge su diversi piani paralleli tra
l’Europa e gli Usa, contiene inserti saggistici, presenta una lunga
serie di balzi a ritroso nel tempo.

Tre anni più tardi Pynchon pubblica L'incanto del lotto 49, un romanzo
incen­trato sul rapporto tra linguaggio, potere e manipolazione
definito “un cruciverba della società occidentale dell’era
tecnologica”. Come già in V, Pynchon mescola passato e presente,
offrendo un ca­talogo truccato e capriccioso dei misteri che ogni
epoca eredita da quella precedente. E così il “Trystero”, il favoloso
servizio postale clandestino di cui la protagonista Oedipa Mass trova
indizi ma non prove, diventa una sorta di “American Dream” ormai
svanito, una metafora dell'assoluta arbitrarietà dei destini in un
mondo sottomesso alle regole della comunicazione di massa.

Forse fu proprio il successo travolgente di queste due opere diventate
in fretta libri di culto nei campus a convincere Pynchon che la scelta
migliore per lui era la clandestinità. Per lui hanno parlato altri tre
romanzi, L’arcobaleno della gravità del 1973, dove al centro ancora
una volta c’è il tema della macchinazione di un potere oscuro e
malefico ai danni degli individui, Vineland del 1990, beffarda sintesi
della realtà americana dell’era Reagan all’interno della quale a
fianco di figli dei fiori invecchiati, rockers senza più voce,
metallari e consumatori di droghe leggere o pesanti trovano spazio
yuppies, nuovi ricchi, agenti federali violenti e politici corrotti e
infine Mason & Dixon, del 1997, storia di due cartografi inglesi
chiamati a tracciare la linea di confine tra la Pennsylvania e il
Maryland.

Sei romanzi sono bastati per far nascere la leggenda di Pynchon,
«autore sempre molto divertente e inventivo» secondo Harold Bloom, che
lo giudica insieme a Roth, DeLillo e McCarthy tra i grandissimi
narratori americani del secondo Novecento e si augura possa vincere il
Nobel. I giudizi negativi dei critici che hanno accompagnato negli Usa
l’uscita di Contro il giorno non hanno recato alcun danno alla sua
popolarità: la Penguin ha infatti annunciato una tiratura record per
Inherent Vice che, fanno sapere dalla casa editrice, avrà per
protagonista un investigatore privato alle prese con un caso di
rapimento.

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=63788&sez=HOME_SPETTACOLO




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